domenica 19 gennaio 2014

Come dimenticarsi che fuori piove


La mostra "Fornasetti. 100 anni di follia pratica" alla Triennale di Milano, si apre con un occhio-specchio, e dice già moltissimo.
Mi è piaciuto conoscere un artista (perchè è di questo che si tratta per me, più un artista che un designer) attraverso l'incontro delle sue opere e delle sue creazioni.

Non conoscevo Piero Fornasetti prima di questa mostra ed è bello cercare di comprenderlo, raccontarlo e raccontarselo attraverso la propria personale visione: il mio occhio. Appunto.
Ma si tratta allo stesso tempo di uno specchio. Dentro perciò ci sono anch'io. Si guarda l'altro e ci si ritrova dentro anche noi stessi.
Ironico vero?

Ed ecco spuntare occhi dappertutto, immagini conosciute, citazioni, segni e disegni grafici che però si ritrovano stampati, serigrafati o dipinti come trompe-l'oeil su svariati oggetti di vita quotidiana. E allora "benvenuti!" ai piatti, ai calendari, ai soprammobili retrò come i fermacarte, i posacenere, i portaombrelli, i vasi, e poi ai paraventi, ai foulard, alle credenze, ai tavoli, ai vassoi, alle maschere, alle sedie, ai bicchieri, agli specchi e ovviamente ai gatti a pois.
Di esemplari del mondo animale ce n'erano moltissimi, ma anch'essi sembrano accuratamente scelti, fra i tanti, dalla mente sognante ed estetica dell'artista: pesci, farfalle (le mie amate farfalle!), gatti, serpenti, gufi, insetti, conchiglie...
 Centinaia di rivisitazioni, varianti e "variazioni sul tema", che riecheggia su supporti e oggetti di uso comune. Il "troppo", ma quel troppo che non stroppia, e anzi fa sorridere e si fa guardare e vivere con piacere. Non c'è un "bello" o un "brutto", ma invece un'istallazione in continuo movimento che apre ogni volta a sogni e significati nuovi.

Fantastico*, nella vera accezione del termine.
E poetico al tempo stesso, capace di evocare, nel suo rigore e nella precisione progettuale di ogni oggetto, messaggi simbolici che si trasmettono al nostro occhio, grazie ad un illusionismo teatrale senza eguali. Quei sogni che l'arte ci richiama ogni volta, incessantemente, ricordandoci che il mondo non è solo quello in cui viviamo,
il mondo è dentro di noi.


E poi... ecco ripresentarsi tra le miriadi di oggetti e decorazioni,

i miei Mandala... 

Ma questa è un'altra storia...
coming soon







Nessun commento:

Posta un commento