mercoledì 13 maggio 2015

Il simbolo

Symbolon:  da symballein, riunire, mettere insieme, avvicinare, designava all’origine una tessera di ospitalità, un frammento di una coppa o di una ciotola che i due ospiti spezzavano trasmettendone poi i pezzi ai loro figli perché essi potessero un giorno ritrovare le stesse relazioni di fiducia ricomponendo i bordi dei due frammenti. Era un segno di riconoscimento destinato a riparare una separazione o a superare una distanza. Il simbolo è un oggetto di convenzione che ha come ragion d’essere l’accordo degli spiriti e la riunione dei soggetti […].
Simbolico è tutto ciò che avvicina.

(Debray, Vita e morte dell'immagine)

Il simbolo tiene insieme gli opposti (bianco e nero), ognuno dei quali contiene il germe dell'altro, come nell'immagine del Tao.

dettagli di "luce" e "ombra" Bassorilievi su tela 30X30, 2015

E' l'epifania di un mistero: enigmatico, carico di significati molteplici, è una totalità non tutta dicibile, dove gli opposti sono in equilibrio dinamico, ognuno con la stessa dignità di esistere. Ognuno è necessario e coesiste con l'altro in una dialettica complessa (e-e).
Il simbolo rimanda a un senso più profondo di ciò che appare, rimanda a ciò che è altro, sconosciuto e inaccessibile.


“Il simbolo è la parola che esce di bocca e che non si dice, ma si posa inaspettata sulla lingua come parola  forte e urgente che sale dal profondo da sé.
(Carl Gustav Jung, Libro rosso)

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