giovedì 19 febbraio 2015

L'artista al servizio della BELLEZZA - appunti "lo spirituale nell'arte"- quarta e utlima parte

7-TEORIA

Anche la pittura ha delle regole fisse, una grammatica...
E' appena iniziata la sua emancipazione dalla dipendenza diretta dalla pittura.
Ma la costruzione su basi spirituali è un lavoro lungo e all'inizio abbastanza cieco e casuale.

Oggi ci sentiamo ancora legati alle forme della natura, ma fino a che punto siamo liberi di modificare queste forme e questi colori?
La libertà arriva fin dove arriva la sensibilità dell'artista. Perciò è importante educarla.

Si può spezzare l'immagine del quadro, renderla contraddittoria, riportarla su ogni tipo di superficie esteriore, mantenendo immutata la superficie interiore. Gli elementi che costituiscono il quadro non vanno cercati nell'esteriorità, ma nella necessità interiore.

Questo tipo di arte ha reato uno spettatore che non sa più stare davanti al quadro cercando solo la vita interiore, non lascia che il quadro agisca su di lui. Ma indaga le sue parti esteriori.
Col quadro l'essenziale è nella conversazione di idee e sentimenti. Bisognerebbe porsi davanti al quadro e sentirne l'effetto astratto immediato.

Movimento: a destra c'è l'uso completamente astratto e libero del colore in forme "geometriche" (decorazione), a sinistra l'uso più realista, ma troppo inibito, dell'esteriorità, del colore in forme fisiche (arte fantastica). Oltre questi limiti abbiamo a destra la pura astrazione, a sinistra il puro realismo. Fra questi due estremi si ha una libertà infinita, una profondità, un respiro, una ricchezza di personalità: tutto oggi è al servizio dell'artista.
Ma tutte le libertà hanno una sola origine: l'imperativo categorico della necessità interiore.

Wassily Kandinsky - 1907


8- L'OPERA D'ARTE E L'ARTISTA.

La vera opera d'arte nasce dall'artista in modo misterioso, enigmatico e mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità, e diviene un oggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una vita concreta. Diventa un aspetto dell'essere. Vive, agisce e collabora alla creazione della vita spirituale. L'artista è obbligato a usare le forme che gli servono, di cui ha necessità. E' la sua libertà condizionata dal seguire la necessità interiore.

L'arte non è l'inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto, ma è una forza che ha un fine, e deve servire allo sviluppo e all'affinamento dell'anima, al movimento del triangolo. E' un linguaggio che parla all'anima con parole proprie, di cose che per l'anima sono il pane quotidiano, e che solo così può ricevere.
Se l'arte si sottrae a questo compito rimane un vuoto, perchè nessun'altra forza può sostituirla.

L'artista deve considerarsi il servitore di ideali precisi, grandi e sacri. Deve educarsi e raccogliersi nella sua anima, curandola e arricchendola in modo che essa diventi il manto del suo talento esteriore.
L'artista deve avere qualcosa sa dire, perchè il suo compito non è quello di dominare la forma, ma di adattare la forma al contenuto.
Deve sapere che le sue azioni, i suoi sentimenti, i suoi pensieri, sono il materiale sottile, impalpabile ma concreto che forma le sue opere.
L'artista non è libero nella vita, ma solamente nell'arte.
Ha una tripla responsabilità verso il non-artista:
1- deve rendere i talenti che gli sono stati affidati
2- le sue azioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, come quelli di ogni uomo, formano l'atmosfera spirituale, e dunque la illuminano o la intorbidano
3- queste azioni, sentimenti, pensieri formano la materia delle sue opere, che influenzano anch'esse l'atmosfera spirituale.

Se l'artista è il sacerdote della BELLEZZA, la bellezza deve ispirarsi al principio del valore interiore. L'unica misura della bellezza è la grandezza della necessità interiore. E' bello ciò che è interiormente bello.

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